sabato 31 dicembre 2016

25 - La sintesi del colore

Siamo giunti alla fine del percorso: tre mesi in compagnia di un colore, in fondo un pretesto per capire meglio qualcosa che non si conosceva. Tuttavia, nonostante non sia passato molto tempo, ci si affeziona.

Tutto è partito nel più classico dei modi, ovvero con una presentazione (step 1), perchè è fondamentale sapere con che cosa si ha a che fare. Dal momento che viviamo in un mondo dove le lingue sono diverse e i modi per definire le cose sono altrettanti si è resa necessaria una parentesi per capire ed eventualmente far capire il blu di Persia (step 2 e step 3).

Ovviamente qualunque cosa ha una storia (o delle storie), il colore in analisi non è da meno, ha i suoi miti, le sue leggende (step 4), alcune curiose credenze popolari (step 8) e ovviamente dei personaggi storici che hanno contribuito ad alimentarne la fama (step 21). La ricerca ha preso la forma di un vero e proprio viaggio, partendo dal Medio Oriente e arrivando fino alla Cina, all'Africa e alla nostra Europa, ovviamente non ho potuto non visitare i luoghi simbolo e le opere d'arte di alcune di queste tappe (step 22 e step 18).

A tenerci ben ancorati a terra, all'aspetto concreto delle cose ci ha pensato la scienza (step 6), grazie alla quale siamo stati in grado di analizzare gli aspetti chimici (step 14) che fanno si che il blu di Persia sia ciò che vediamo.

Il percorso ha toccato punti a me cari, essendo uno studente di Design (step 16) e Comunicazione Visiva (step 15), e ha prodotto una divertente parentesi che mi ha visto muovermi nell'intricato mondo dei brevetti (step 17).

Da un certo punto di vista gli aspetti quotidiani sono quelli che ci permettono meglio di conoscere qualcosa, perché non guardare un bel film (step 7), leggere un libro (step 11) o un fumetto (step 13) o semplicemente ascoltare qualche canzone (step 5) per far percepire meglio ai nostri sensi le sfumature del blu di Persia? In realtà uno dei sensi che non ci si aspetterebbe di usare nell'analisi di un colore è il gusto (step 12), siamo invece riusciti ad utilizzarlo, ma attenzione a non mettere troppo sale.

In tutto questo percorso le parole sono stato il mezzo grazie al quale siamo riusciti a descrivere il colore analizzato, creando sia un ordinato abbecedario dei termini legati al blu di Persia (step 9) sia una non ordinata ma senza dubbio utile nuvola delle caratteristiche del colore (step 24),  trovandone inoltre l'emblema (step 10). A proposito di non ordinato, anzi, di selvaggio: il post più difficile da realizzare è stato proprio quello del pensiero selvaggio (step 23), non è infatti molto immediato pensare in una modalità che da tempo non ci appartiene, così come non è semplice calarsi nei panni di un colore (step 19).

In ogni caso si sa, le cose meno semplici sono quelle che danno più soddisfazione. Spero che non abbiate seguito questo percorso solo perchè i blog vanno particolarmente di moda (step 20), ma che, come me, abbiate scoperto (o riscoperto) il piacere di conoscere meglio la storia delle cose.

Addio!

venerdì 30 dicembre 2016

24 - La nuvola del colore

In questo penultimo post sono state raccolte tutte le parole (aggettivi e sostantivi) attinenti al blu di Persia, per mezzo delle quali è possibile coglierne al meglio le caratteristiche, non senza suggestioni e percorsi inediti.

Nuvola del blu di Persia
Ritengo che la cosa che meglio rappresenta questo colore sia il mosaico decorativo di tradizione orientale, nelle cui tonalità è quasi sempre presente la tinta oggetto del blog. Inoltre il colore e questo tipo di decorazione condividono l'origine geografica, sono infatti entrambi tipici della Persia. 

Mosaico persiano con tessere blu di Persia

giovedì 29 dicembre 2016

23 - Il colore nel pensiero selvaggio

Secondo l'antropologo e psicologo francese Claude Lévi-Strauss, autore del saggio "Il pensiero selvaggio", esiste una modalità di pensiero, particolarmente evidente nelle società non occidentali, che di fronte al reale che ci circonda reagisce producendo, in modo spontaneo, simboli e significati. Nel pensiero allo stato selvaggio è scontata l'attenzione che viene prestata alle caratteristiche sensibili e materiali delle cose.

Copertina del saggio "Il pensiero selvaggio"

La sfida di questo post è quella di ricondurmi al pensiero selvaggio innescato dalla vista del colore oggetto di questo blog. Per facilitare il processo considererò il mio colore in una sua forma concreta, fisica. Un pezzo di blu di Persia, in sintesi, che necessariamente darà origine a un pensiero istantaneo, non condizionato, spontaneo e concreto.

Il blu di Persia riconduce immediatamente all'idea di qualcosa di prezioso, così diverso dai colori di cui la natura ci circonda, così diverso da essere più vicino al cielo che alla terra, nonostante provenga dalle profondità di una cava di una regione lontana e misteriosa. Soprannaturale, solitario per certi versi, meravigliosamente materico e luminoso. Proprio per il suo pregio e per la sua unicità aspira a un contesto più alto, superiore al comune, è un gioiello degno di una divinità e del suo culto, è un tessuto per la più importante personalità della propria civiltà.

Il contrasto del blu di Persia

martedì 27 dicembre 2016

22 - Il colore nell'architettura

Nella ricerca di opere architettoniche che si identificano con il colore blu di persia sono emersi due esempi particolarmente interessanti, simboli di due periodi tra loro lontani.

Il primo è la moschea Sultan Ahmet camii, meglio nota come la Moschea Blu di Istanbul. Costruita all'inizio del 1600 per riaffermare il potere ottomano, fu terminata in 8 anni. L'edificio fu progettato dall'architetto Sedefkar Mehmet Aga e sorge sul sito del Gran Palazzo di Costantinopoli, di fianco alla basilica di Santa Sofia. La costruzione di questo edificio è raccontata e descritta in un'opera in otto volumi. Dal punto di vista architettonico l'edificio è imponente, vanta infatti sei alti minareti mentre l'interno è illuminato in modo suggestivo grazie alle 260 vetrate decorate presenti nella sala della preghiera. L'appellativo "Moschea Blu" è dovuto al fatto che l'intera struttura è costellata da oltre 21000 maioliche blu (provenienti dall'antica Nicea), colore impiegato in tutte le decorazioni dell'edificio. 

Interno della Moschea Blu

Ulteriori informazioni sull'architettura medio-orientale possono essere trovate nel libro "Storia dell'architettura" scritto da Patrick Nuttgens (Mondadori, 2002). A pagina 155 in particolare di parla del blu di persia utilizzato per la colorazione delle maioliche.

Il secondo esempio è temporalmente e culturalmente più vicino a noi. Si tratta dell'Unitè d'Habitation di Marsiglia, progettata da Le Corbusier nel 1945.  L'edificio è importante poichè concretizza il passaggio dall'abitazione singola al suo assemblaggio in Immeubles-Villas. La struttura, di 18 piani, è interamente realizzata in calcestruzzo armato a vista ed è studiata per garantire la possibilità ai suoi abitanti di avere relazioni sociali reciproche (il corridoio del settimo piano, il tetto con asilo, palestra e solarium ne sono un esempio). Gli appartamenti mirano invece all'isolamento e si sviluppano secondo originali modalità su due piani. Attorno all'edificio è possibile godere della vista della Provenza, fra mare e rilievi, immersi nella natura. Il blu emerge nei particolari, assieme agli altri colori primari, ovvero nelle pareti divisorie dei balconcini dei singoli appartamenti, con l'intento di spezzare l'andamento ritmico della facciata conferendo colore, che risalta in modo notevole sulla struttura in cemento grezzo. 

Facciata dell'Unitè d'Habitation

21 - Il colore nella storia

Cercando i personaggi storici legati al colore analizzato su questo blog è emersa una particolarità: molti degli uomini e delle donne più potenti, nelle più differenti epoche storiche e nei luoghi più distanti, hanno indossato il blu di persia. Vediamone alcuni:

Come già accennato nel quarto step di questo blog il blu di Persia fu uno dei colori principali utilizzati per la tintura degli abiti e per le decorazioni del corredo del Faraone. Uno dei più famosi fu Tutankhamon, anche grazie all'eccezionale ritrovamento della sua tomba, intatta, nel 1922. Salì al trono a soli 8 anni e morì precocemente quando raggiunse i 18, nel 1323 avanti Cristo. Le cause della sua morte sono ancora un mistero, la scienza tuttavia ha formulato diverse ipotesi, rese possibili dalle moderne tecniche di indagine forense.

Maschera funeraria di Tutankhamon

Andando avanti nella storia è d'obbligo soffermarsi su ciò che accadde a San Pietro, nella notte di Natale dell'800. In quella circostanza Carlo Magno, avvolto in un prezioso mantello blu, fu incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero da papa Leone III, che ne unse il capo come da tradizione biblica. Carlo Magno, figlio di Pipino il Breve, divenne re dei Franchi nel 768 e grazie a una serie di campagne militari espanse il suo dominio fino a comprendere gran parte dell'Europa occidentale. Il suo governo diede impulso alla cosiddetta Rinascita Carolingia.


Incoronazione di Carlo Magno

Spostiamoci nella Cina Imperiale del 1800. Alla morte dell'imperatore Jiaquing, nel 1820, il figlio Daoguang non ereditò soltanto il trono, si trovò infatti a governare una Cina in grave crisi a causa dell'imperialismo Occidentale. Ebbe un ruolo cruciale nella Prima guerra dell'oppio, poichè ne proibì l'importazione dai mercati inglesi (in quegli anni si raggiunse il picco di trentamila casse all'anno). La cina perse la guerra e fu costretta a cedere Hong Kong al Regno d'Inghilterra.
Il sovrano è rappresentato mentre legge nel suo giardino indossando un abito blu, come molti altri imperatori cinesi.

L'Imperatore Daoguang

Nei primi anni del 1900, nonché gli ultimi del regno degli Zar in Russia, Nicola II ingaggiò il fotografo Sergey Prokudin-Gorsky per immortalare i momenti salienti dei propri viaggi e della propria vita di corte. Fra queste foto, (pubblicate in un recente articolo di Epoch Times), una risulta particolarmente interessante ai fini di questo post: si tratta di un'istantanea di Alim Khan, Emiro del Bukhara (l'attuale Uzbekistan), divenuto protettorato dell'Impero Russo nel 1873. L'Emiro indossa uno sfavillante abito tipico, naturalmente color blu di Persia.

Alim Khan, Emiro del Bukhara

Non può mancare un riferimento alla Regina Elisabetta II d'Inghilterra, famosa per la passione di indossare soprabiti dai colori forti e cappelli decorativi per meglio essere individuata fra la folla. Eccola mentre indossa un completo in blu di Persia:

Elisabetta II d'Inghilterra

20 - Il colore nella moda

L'oggetto di questo post non sarà un abito vero e proprio, bensì un accessorio: la pashmina.

Pashmina color blu di persia

Il termine sta ad indicare sciallisciarpe prodotte utilizzando un particolare materiale. Questo ha origine da remote regioni dell'Asia centrale (Nepal, Tibet e Mongolia) nelle quali vive la Hircus Botus Laniger (o Changthangi), una razza di capra dotata di un soffice ma caldissimo manto che le permette di affrontare le rigide condizioni climatiche delle zone. Dal sottocollo e dal sottopancia di questo animale si ricava la pashm, che viene filata (rigorosamente a mano) per ottenere un materiale caldo ed estremamente pregiato.

Esemplare di Hircus Laniger

Proprio di questo filato sono fatte le tradizionali pashmine. In origine questi scialli erano riservati al Maraja, tuttavia divennero presto un accessorio ambito dai più famosi ed importanti personaggi storici, da Giulio Cesare a Maria Antonietta (che ne possedeva una collezione) a Napoleone.

Le pashmine rimangono tuttora un capo apprezzato e sempre alla moda, nonché un prezioso souvenir ricercatissimo da coloro i quali intraprendono viaggi in oriente. Uno dei pigmenti principali usati per la tintura di questi scialli è il blu di persia, uno dei colori tipici dei capi provenienti dal medio oriente. Ecco un esempio di questo capo d'abbigliamento, molto versatile nel suo utilizzo (può essere usato come sciarpa, messo sulle spalle o addirittura usato come copricapo) e rivolto anche ad un pubblico maschile.

Pashmina indossata come scialle

mercoledì 14 dicembre 2016

19 - Anatomia del colore

In questo post cercherò di adottare un approccio narrativo, grazie al quale intraprenderò un'analisi di alcuni aspetti cognitivi del blu di persia.

Signori, mi presento, anche se spero che mi conosciate già: sono il blu di Persia. E vorrei precisare subito, onde evitare fraintendimenti, che sono proprio di Persia, non di Prussia... troppe volte sono stato confuso con questo mio parente, decisamente meno brillante del sottoscritto. 

Essendo di Persia lasciate che vi racconti qualcosa delle mie lontane terre d'origine. Laggiù io sono il re indiscusso, il più pregiato dei colori... pensate che ho il privilegio di nascere da una pietra preziosa. Avrete capito che non sono un tipo troppo modesto, ma sarete così onesti da ammettere che ne ho tutte le ragioni... mi concedo soltanto nei grandi luoghi e nelle grandi occasioni, in fondo non sono un blu qualunque! Potreste dunque ammirarmi nelle ricche e pregiatissime decorazioni a mosaico di una moschea, dove sono stato scelto per risaltare fra tutti gli altri colori. Sono tuttavia un amante dei viaggi, nei momenti in cui l'Egitto raggiunse il massimo splendore fui ospite della corte del Faraone, così come, durante un mio viaggio nell'Italia del '500, lasciai un pezzetto della mia anima negli affreschi di Michelangelo. 

Ho un grande ego, lo dico apertamente, ma sono altrettanto onesto. Non senza amarezza devo riconoscere che oggi ho perso un po' di quell'alone di magia che mi avvolgeva... i tempi sono cambiati, bisogna rendersene conto. Nonostante ciò la storia rimarrà sempre testimone delle mie imprese, chi sa riconoscere il mio valore mi apprezzerà in eterno. 

Mi congedo, onorato di avervi conosciuto
Blu di Persia